NELLA CITTA’ L’INFERNO – ISA MARI
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Fa un gran baccano il portone che si chiude dietro le spalle delle detenute appena giunte in carcere. Ed è un baccano che sconforta e scuote la mente più che arrivare all’udito.
È giugno e le strade di Roma sono popolate di gente che vive la propria libertà. Quella libertà che, dalle grate del cellulare che le trasportava, le cinque donne in arresto hanno visto sfuggirgli via.
Così, nella casa circondariale scoprono, o ritrovano, le vicende e le esperienze di altre che, come loro, vivono una cella, un letto, vicinanze e ostilità.
È il racconto di chi conosce, di chi ha vissuto. Perché gli odori forti e pungenti penetrano nelle narici mentre i colori del cielo si spengono nella tinta grigia delle pareti.
Il tintinnio del rosario che risuona nel corridoio mentre la suora lo attraversa sembra scandire questo tempo infinito durante il quale le risa e la sfrontatezza delle veterane si scontrano con le inquietudini delle nuove arrivate. C’è chi ha paura, chi si vergogna, chi fa la spavalda, chi si arrende, e c’è chi cerca, ancora, di difendersi.
Quello che Isa Mari ritrae è un universo eterogeneo che trova un elemento unificatore in quelle mura che lo contengono come un micromondo che, senza sosta, narra a sé stesso di sé.
Ogni vita qui ha la sua storia. Fatta di tormenti, di scelte e di tortuosità. Storie di abbandoni, di rifiuti, di miseria, di illusioni e di decisioni sbagliate oppure scellerate. Storie di madri disperate e di figlie abbandonate, di amanti tradite o traditrici.
Ladre, prostitute, borseggiatrici, assassine, ogni voce grida la sua ragione in questo palcoscenico che non richiede e certo non vuole spettatori.
Perché nel carcere c’è chi arriva e chi se ne va, ma c’è anche chi torna, chi spera e chi sogna. E quando le luci si spengono e la quiete tutto avvolge, si può credere e immaginare che di nuovo, forse, si guadagnerà la libertà.